Thomas Mann
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So sah er ihn denn wieder, den erstaunlichsten Landungsplatz, jene blendende Komposition phantastischen Bauwerks, welche die Republik den ehrfürchtigen Blicken nahender Seefahrer entgegen stellte: die leichte Herrlichkeit des Palastes und die Seufzerbrücke, die Säulen mit Löw' und Heiligem am Ufer, die prunkend vortretende Flanke des Märchentempels, den Durchblick auf Torweg und Riesenuhr, und anschauend bedachte er, daß zu Lande, auf dem Bahnhof in Venedig anlangen, einen Palast durch eine Hintertür betreten heiße, und daß man nicht anders, als wie nun er, als zu Schiffe, als über das hohe Meer die unwahrscheinlichste der Städte erreichen sollte. Thomas Mann, Der Tod in Venedig, 1912 |
Ed ecco, egli rivide l'impareggiabile approdo, quell'abbagliante composizione di architetture fantastiche che la [Serenissima] Repubblica offre allo sguardo incantato del navigante in arrivo: lo splendore leggero del Palazzo Ducale e il Ponte dei Sospiri, le colonne col Leone e il Santo sulla riva, la gloria dell'ala avanzata del tempio fiabesco, lo scorcio dell'arco con l'enorme orologio; e, guardando, si disse che giungere a Venezia per terra, dalla stazione, era come entrare in un palazzo dalla porta di servizio posteriore, e che solo così, per nave, sopra l'alto mare, bisognava accostarsi alla più inverosimile delle città. Thomas Mann, La Morte a Venezia, 1912 |
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Edward Morgan Forster
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[...] and then came Venice. As he landed on the Piazzetta a cup of beauty was lifted to his lips, and he drank with a sense of disloyalty. The buildings of Venice, like the mountains of Crete and the fields of Egypt, stood in the right place, while in poor India everyhing was placed wrong. [...] San Giorgio standing on the island which would scarcely have risen from the waves without it, the Salute holding the entrance of a canal which, but for it, would not be the Grand Canal! In the old undergraduate days he had wrapped himself up in the multi-coloured blanket of St. Mark's, but something more precious than mosaics and marble was offered to him now: the harmony between the works of man and the earth that upholds them, the civilization that escaped muddle, the spirit in a reasonable form, with flesh and blood subsisting. E. M. Forster, A passage to India, 1924 |
[...] e poi arrivò Venezia. Appena sbarcato sulla Piazzetta una coppa di bellezza fu portata alle sue labbra, e la bevve con un sentimento di slealtà. I palazzi di Venezia, come le montagne di Creta e i campi d'Egitto, erano tutti al posto giusto, mentre nella povera India tutto era al posto sbagliato. [...] San Giorgio ritto su quell'isola che sarebbe a mala pena emersa dalle onde senza di esso, la Salute che presidia l'entrata a quel canale che, se non fosse per quello, non sarebbe il Canal Grande! Nei suoi anni da studente si era spesso avvolto nel multicolore vessillo di San Marco, ma qualcosa di più prezioso dei mosaici e dei marmi gli veniva offerto ora: l'armonia tra le opere dell'uomo e la terra che le sostiene, la civilizzazione che aveva superato il disordine, lo spirito in una forma razionale, viva in carne ed ossa. E. M. Forster, Passaggio in India, 1924 |
Ernest Hemingway
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I think it would be better to have lunch out and get some exercise walking. It's a good town to walk in. I guess the best, probably. I never walked in it that it wasn't fun. I could learn it really well, he thought, and then I'd have that. It's a strange, tricky town and to walk from any part to any other given part of it is better than working crossword puzzles. It's one of the few things to our credit that we never smacked it, and to their credit that they respected it. Ernest Hemingway, Across the River and Into the Trees, 1950 |
Penso che sarebbe meglio pranzare e fare un po' di esercizio camminando. È una città buona per camminarci. Direi la migliore, probabilmente. Non ci ho mai fatto una passeggiata che non fosse divertente. Potrei imparare veramente bene - pensava - e allora avrei qualcosa da fare. È una strana, insidiosa città e trovare la via da una qualsiasi parte ad un'altra è meglio che risolvere cruciverba. È una della poche cose a nostro credito il non averla mai maltrattata, e a loro credito di averla rispettata. Ernest Hemingway, Di là dal fiume e tra gli alberi, 1950 |
Aldo Palazzeschi
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D'avorio e di corallo era il Palazzo Ducale irradiato dal sole e ai suoi piedi in quel silenzio il Bacino di San Marco un favoloso tappeto di smeraldo increspato d'argento su cui le gondole, i motoscafi e tante piccole imbarcazioni sfiorando l'acqua con ritmo di danza o lievemente scivolando, recavano i nuovi ospiti a tutte le categorie di tutte le parti del mondo: a coppie a frotte a branchi in gruppi o file indiane, in comitive, carovane, compagnie ... e dappertutto una quantità inverosimile di valigie, accatastate, allineate, soprammesse, formanti architetture variopinte, originali e grottesche. E valigie lungo la riva portate a mano a sacco a braccia a spalle da uomini che procedono in forma di sandwich tra due valigie si facevano strada fendendo la folla con palese difficoltà e ripetendo in ritmica cadenza un varda! ... varda! d'inconsapevole civetteria più che di precauzione e di consenso
Aldo Palazzeschi, Il Doge, 1967 |